Un nuovo promettente approccio per il disturbo depressivo maggiore prende di mira l’asse microbiota-intestino-cervello: nuove evidenze scientifiche

Il disturbo depressivo maggiore è uno dei disturbi psicologici più comuni e diffusi, e in alcuni individui è associato a problematiche invalidanti che interferiscono o limitano la capacità di svolgere le principali attività quotidiane. Il concetto di utilizzo dei probiotici nei disturbi depressivi è stato oggetto di crescente interesse negli ultimi anni grazie alle più recenti scoperte sul collegamento del microbioma intestinale con alcuni percorsi neurobiologici, noto anche come “asse microbioma-intestino-cervello”. Studi sull’uomo e sugli animali suggeriscono che il microbioma intestinale potrebbe influenzare alcuni processi neurobiologici. Un nuovo studio condotto presso le Cliniche Psichiatriche Universitarie di Basilea in Svizzera, e recentemente pubblicato su Translational Psychiatric, fornisce alcuni dei risultati clinici più rilevanti  su l’effetto dell’integrazione probiotica a dosi elevate in pazienti con disturbi depressivi (1).

In questo studio controllato randomizzato in doppio cieco, pazienti con episodi depressivi ricorrenti sono stati reclutati sulla base della scala di valutazione Hamilton per la depressione clinica chiamata Hamilton Rating Scale for Depression (HAM-D). Oltre alla terapia di supporto per la depressione, i pazienti sono stati integrati per 4 settimane con un probiotico ad elevate dosi (Formulazione De Simone, distribuita come Vivomixx in Europa, 900 miliardi di batteri vivi al giorno) o il rispettivo placebo per confrontare i dati clinici.

I risultati del trial clinico dimostrano che nel tempo i pazienti integrati con il probiotico hanno mostrato una riduzione dei sintomi depressivi rispetto ai soggetti che hanno ricevuto il placebo. L’interpretazione del Neuroimaging ha messo in evidenza interessanti risultati nel gruppo dei pazienti integrati con probiotici, dimostrando che l’attività neurale nel putamen, regione coinvolta nell’elaborazione emotiva e associata alla depressione, è diminuita dopo l’integrazione con il Vivomixx. Inoltre, i probiotici hanno favorito una maggior diversità microbica nella composizione della flora intestinale e supportato un aumento dei microrganismi appartenenti al genere Lactobacillus, che è stato associato ad una riduzione dei sintomi depressivi.

Questi risultati suggeriscono che la Formulazione De Simone migliora i sintomi depressivi e favorisce l’eubiosi intestinale e la ricchezza delle specie batteriche, e promuove l’aumento di taxa batterici che hanno un ruolo positivo specifico per la salute dell’uomo. A livello neurale, l’integrazione di specifici probiotici alla terapia di routine, influenza i pensieri negativi e la vulnerabilità emotiva. In conclusione, questo studio evidenzia il ruolo dell’asse microbiota-intestino-cervello nei principali disturbi depressivi. I dati ottenuti sottolineano il grande potenziale di un approccio correlato al microbiota intestinale come terapia di supporto accessibile e pragmatica per migliorare l’efficacia degli attuali trattamenti nei soggetti con disturbo depressivo.

Pr De Simone, Chi Sono

  1. Schaub AC, Schneider E, Vazquez-Castellanos JF, Schweinfurth N, Kettelhack C, Doll JPK, Yamanbaeva G, Mählmann L, Brand S, Beglinger C, Borgwardt S, Raes J, Schmidt A, Lang UE, Clinical, gut microbial and neural effects of a probiotic add-on therapy in depressed patients: a randomized controlled trial. Translational Psychiatry (2022) 12:227; https://doi.org/10.1038/s41398-022-01977-z

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