Parlando di stati depressivi si pensa subito alle classiche terapie farmacologiche. Tra i diversi fattori che possono contribuire ai cambiamenti nelle funzioni cerebrali associati alla depressione emerge il ruolo dell’asse intestino-cervello e dell’alimentazione, soprattutto da quando si è delineata anche la presenza di elementi infiammatori in questa patologia.

Il lavoro pubblicato su Nutrients dal gruppo di Isabelle Bourdel-Marchasson è uno studio dietetico multicentrico che ha dimostrato di ridurre i sintomi depressivi in ​​base allo stato di infiammazione, migliorando la qualità di vita in un gruppo di pazienti anziani sani (non obesi, né malnutriti), 125 in tutto, suddivisi in diversi gruppi di sperimentazione. In uno di questi gruppi si sono associati probiotici con caratteristiche specifiche (la De Simone Formulation), mentre gli altri gruppi hanno avuto integrazioni a base di vitamine antiossidanti, polifenoli ed acidi grassi polinsaturi.

La raccolta dati è stata effettuata su parametri infiammatori, mentali ed elementi riguardanti lo stile di vita: in particolare, sintomi ansiosi e depressivi sono stati raccolti prima e dopo 56 giorni di intervento, mentre la proporzione di massa grassa (BFM) è stata considerata una co-variabile. Al termine del periodo di studio non c’è stato alcun cambiamento nell’ansia o nella qualità di vita, mentre nel gruppo che ha ricevuto la Formulazione De Simone, è stata osservata una diminuzione dei sintomi depressivi, indipendentemente dall’infiammazione.

Dati positivi e interessanti, che aprono nuove prospettive per un approccio più globale della depressione, in particolare con la manipolazione del microbiota grazie a probiotici specifici. Altri studi dovranno validare questa ipotesi.

Pr De Simone, Chi Sono

Nutrients 2019, 12, 800; doi:10.3390/nu12030800

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Categories: DSF, psicologia