Autismo, e se la risposta fosse nell’intestino?

Questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che ho già affrontato più volte nel mio blog a seguito di una serie di studi pubblicati sul legame tra flora intestinale e autismo.
Un nuovo studio clinico, guidato da un team di ricercatori della State University of Arizona, riporta ulteriormente l’attenzione sul punto. Lo scopo di questo studio era di misurare gli effetti dei trapianti fecali su 18 pazienti autistici di età compresa tra 7 e 16 anni. Dopo 2 settimane di trattamento antibiotico e pulizia intestinale, i giovani pazienti hanno ricevuto un trapianto fecale giornaliero per 7-8 settimane.1
I risultati, pubblicati di recente sulla rivista Microbiome, sono molto incoraggianti e mostrano dopo 8 settimane di trattamento, una riduzione dell’80% dei sintomi gastrointestinali e un significativo miglioramento del comportamento sociale e del sonno del 20-25%.

Questo studio suggerisce nuove potenziali indicazioni per il trapianto di feci, in precedenza limitato a casi ricorrenti di Clostridium difficile per i quali questa procedura è molto efficace. A seguito di un trapianto di questo tipo, i probiotici possono essere proposti per rafforzare e mantenere questi benefici. In ogni caso, per i pazienti autistici è raccomandato un’adeguata integrazione di probiotici per migliorare i disturbi gastrointestinali e comportamentali, come evidenziato da numerosi studi.

Pr De Simone, Chi sono

1 Microbiota Transfer Therapy alters gutecosystem and improves gastrointestinal and autism symptoms: an open-label study

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Categories: Autismo, DSF

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