
L. brevis DSM27961 come strategia preventiva della malattia di Alzheimer
La malattia di Alzheimer è un disturbo neurovegetativo che vede tra le principali cause eziologiche la predisposizione genetica e i processi infettivi. Tra questi ultimi vi sono la gengivite e la parodontite. Una review del gruppo taiwanese di Chun-Pin Chiang1 ha voluto approfondire la questione e ha raccolto 26 articoli sui principali motori di ricerca scientifici. Questa associazione è stata verificata dal punto di vista epidemiologico e da studi post-mortem. Il sequenziamento genico del microbioma del cavo orale ha presentato una costante predominanza di batteri Gram-negativi come elementi di infiammazione del cavo orale. Questo elemento, suggerisce l’utilizzo di uno specifico ceppo di L. brevis per le sue capacità antinfiammatorie. Uno studio su topi di laboratorio2 in cui veniva indotta sperimentalmente la gengivite ha dimostrato una significativa riduzione dei livelli di infiammazione attraverso la determinazione delle citochine proinfiammatorie (TNF-alfa, IL-1beta, IL-6 e IL7A) grazie all’azione dell’enzima argine deiminasi presente nel ceppo L. brevis in questione. Questi risultati sono stati confermati anche in studi sull’uomo da Lee JK3.
- Mao, S. et al. Association of periodontitis and oral microbiomes with Alzheimer’s disease: A narrative systematic review. J Dent Sci 17, 1762–1779 (2022).
- Maekawa, T. & Hajishengallis, G. Topical treatment with probiotic Lactobacillus brevis CD2 inhibits experimental periodontal inflammation and bone loss. J Periodontal Res 49, 785–791 (2014).
- Lee, J.-K., Kim, S.-J., Ko, S.-H., Ouwehand, A. C. & Ma, D. S. Modulation of the host response by probiotic Lactobacillus brevis CD2 in experimental gingivitis. Oral diseases 21, 705–712 (2015).