L’autismo è un argomento sul quale, come sapete, mi piace esprimermi regolarmente. Questo complesso disturbo di neuro-sviluppo, con  molteplici cause, è una grande sfida per la ricerca. Negli ultimi anni, gli studi si sono moltiplicati, e  ognuno di questi ha contribuito alla comprensione dell’autismo.

Due recenti studi sul modello animale del Massachusetts Institute of Technology e della University of Massachusetts Medical School hanno particolarmente attirato la mia attenzione. Questi studi esaminano il possibile legame tra l’infezione batterica durante la gravidanza e l’insorgenza di autismo nel nascituro. 1 Già ​​nel 2010 uno studio danese di bambini nati in Danimarca tra il 1980 e il 2005 aveva scoperto come una grave infezione virale, contratta durante il primo trimestre di gravidanza, aumenta il rischio di autismo di tre volte. Queste infezioni includevano l’influenza, la gastroenterite virale e le gravi infezioni del tratto urinario. Tuttavia, tutte le madri che incorrono in questo tipo di incidenti durante la gravidanza non danno alla luce un bambino autistico. Come spiegarlo?

Questo è ciò a cui i nostri due studi tentano di rispondere, dimostrando che le popolazioni batteriche presenti nel tratto gastrointestinale della madre durante una grave infezione nel periodo della  gravidanza, giocano un ruolo centrale nell’insorgenza dell’autismo nel feto in via di sviluppo.

Si è scoperto che le cellule Th17 del sistema immunitario, per combattere le infezioni, interagiscono con i recettori delle cellule cerebrali del feto e sono attivate da alcuni batteri gastrointestinali. I ricercatori hanno scoperto che i topi sottoposti a un episodio infettivo e che trasportano un tipo specifico di batterio (batteri filamentosi segmentati), hanno dato alla luce prole con disturbi neurocomportamentali simili all’autismo. Dopo la somministrazione di un antibiotico per distruggere questo batterio, i topi hanno dato alla luce una progenie senza disturbi neurologici.

Questo studio dimostra ancora una volta l’estrema complessità del microbiota nella sua capacità di proteggerci o renderci più vulnerabili. La crescente comprensione del ruolo dei batteri suggerisce soluzioni preventive o terapeutiche per l’autismo e molte altre malattie.

Pr De Simone, Chi Sono

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